Io sono sempre vissuto a cavallo fra due o tre o anche più lingue. Penso, conto, sogno nella lingua del momento.
Le lingue sono di solito ben compartimentate, ci sono delle pareti fra l'una e l'altra, però fra di esse ci sono delle porte che non sono mai perfettamente stagne, dunque bisogna stare sempre attenti agli "spifferi" e chiudere bene le porte.
Il problema viene dal fatto che se si respira sempre l'aria dello stesso compartimento ci si dimentica piano piano del profumo dell'aria degli altri compartimenti, e quando si cambia compartimento ci manca l'aria e siamo costretti talvolta a prenderne involontariamente da quello vicino.
Prendiamo l'esempio di un italiano che vive in Italia e parla solo italiano.
Se va a vivere da solo all'estero cercherà di integrarsi al massimo nel nuovo paese, prima di tutto imparandone e praticandone la lingua.
Ammettiamo che non abbia alcun contatto con l'Italiano per un anno o due, se si mette ad un tratto a parlare di nuovo l'italiano avrà degli "spifferi" della lingua straniera, gli mancherà l'aria italiana e dovrà volente o nolente andare a prendere qualche parola o espressione nella lingua straniera che verranno a "inquinare" il suo italiano, anche se è abile a tradurle.
Avrà anche passato un momento brutto durante la sua vita all'estero: il momento in cui non parli ancora bene la nuova lingua, però hai già cominciato a dimenticarti qualche cosa in italiano. In quei momenti si ha l'impressione di non saper parlare nessuna lingua.
Per quel che riguarda gli italiani nati all'estero, l'assimilazione linguistica al nuovo paese è inevitabile a lungo andare. Gli sforzi da fare per praticare parallelamente la nostra lingua sono sempre più grandi man mano che si avanza con l'età. All'estero l'italiano, malgrado un indubitabile capitale di simpatia, è poco insegnato. La vita associativa italiana all'estero è spesso carente, e soprattutto gli aiuti che da Roma a questo immenso potenziale che sono gli italiani all'estero è ridicolo e indegno.
In più, un giovane italiano che vada ad abitare all'estero è molto reticente a prendere contatto con i numerosissimi compatrioti che vivono lì da decenni, perché spesso questi sono anziani e spesso sono stati poco a scuola in Italia, oppure parlano meglio uno dei tanti nostri dialetti che l'italiano.
Dunque, frequentare altri italiani all'estero è piuttosto difficile ed è anche per questo che ci assimiliamo più rapidamente alla nuova cultura.
Tutto questo per dire che si potrebbe coltivare il bilinguismo vivendo all'estero, cioè, per rispondere alla tua domanda, pensare, contare e sognare, a seconda delle circostanze, in italiano o nella lingua del paese di accoglienza, ma che è difficile, sia perché richiede uno sforzo permanente sia perché non appena varchiamo il confine siamo abbandonati dal nostro governo che fa già fatica a governare in Italia e per questo non ha voglia (a torto), di occuparsi dei compatrioti all'estero.
Ci sono 4 milioni di cittadini italiani all'estero e 60 milioni di ex cittadini o discendenti che potrebbero in teoria ottenere o riottenere un passaporto italiano.
Il governo italiano spende per gli italiani all'estero 3 milioni di € all'anno, cioè 5 centesimi di € a persona.
Errore madornale quando si sa che il 60% delle esportazioni italiane si fa grazie ad un italiano o ad uno straniero di origine italiana in loco che promuove il prodotto.
Il governo italiano poi non fa assolutamente nulla per la promozione della lingua italiana all'estero.
Le centinaia Società Dante Alighieri sparse per il mondo non richiedono nemmeno il contributo che spetterebbe loro a Roma perché quello che riceverebbero ripagherebbe appena il francobollo e la busta....
Io so di una Società Dante Alighieri all'estero che per avere 100 € ha dovuto seguire una prassi lunghissima in cui alla sede romana hanno spulciato tutti i conti, i bilanci preventivi e consuntivi, il resoconto dettagliato di tutte le attività e manifestazioni e corsi che ha svolto nei due anni precedenti....Un lavoro di settimane con lunghe lettere e moduli da compilare, buste, francobolli... telefonate....tutto questo per ottenere 100 €......
Ecco il motivo, oltre a quello della difficoltà a essere bilingui, perché molti italiani all'estero finiscono per pensare, contare e sognare solo nella lingua straniera.
Se ci facessimo un po' meno complessi nei confronti dell'estero, se fossimo on po' più orgogliosi della nostra bella lingua, della nostra cultura e delle nostre capacità imprenditoriali in tutti i campi, penseremmo un po' di più in italiano stando all'estero.